L'Abbazia Sommersa
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 Sirene

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Lie

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MessaggioTitolo: Sirene   Sirene Icon_minitimeDom Mar 16, 2008 7:57 pm

Sirene Sirena10

Con le loro irresistibili melodie attiravano i marinai verso le loro isole rocciose e li facevano naufragare. Ulisse, nella mitologia e nella tradizione greca, è l'unico essere umano ad aver ascoltato il loro canto ed essere sopravvissuto. Nelle storie degli Argonauti le sirene vengono descritte come esseri con il viso di donna ma il corpo di uccesso, simili alle arpie. Essi vengono salvati grazie all'intervento di Orfeo, che con la sua musica riesce a vincere l'ammaliante canto delle sirene che, gelose, si gettano in mare si trasformano in scogli.
Nella tradizione europea, invece, sono raffigurate come splendide creature metà donna e metà pesce, e attraverso le fiabe e la tradizione cinematografica, la loro figura ha assunto significati positivi e di bellezza, perdendo la loro originaria natura terrificante.

La loro tradizione nasce proprio in Grecia, e si sarebbe poi diramata attraverso il mediterraneo fino al Nord Europa. La cosa interessante è però la loro mutazione da mostri metà donne metà uccello ad esseri dalla bellezza formidabile metà donne e metà pesce.
La prima volta in cui si parlò di Sirene con la coda di pesce fu nel "Liber Monstrum", scritto alla fine del VI secolo, dove si afferma che furono invenzione dei Franchi. Secondo Norman Douglas (nel libro "La terra delle Sirene") però tale attribuzione sarebbe un'arbitraria attribuzione da parte dell'autore. Secondo Douglas, infatti, l'immagine delle donne-pesce esisterebbe da tempo immemore nell'emisfero settentrionale.

Nulla attraversò mai la piccola Grecia senza uscirne rinnovato e purificato: mille correnti torbide affluirono verso l'Ellade da ogni parte del mondo per defluire in modo splendido, come un fiume limpido e tranquillo che doveva fecondare il mondo. Così avvenne anche per le Sirene: come tante altre cose, esse erano solo un prodotto importato, una delle nuove idee che, al seguito delle correnti commerciali, erano riuscite ad insinuarsi tra i Greci e ne alimentavano la fantasia artistica.

Creatura mitologica quindi, ma non mancano resoconti da parte di chi una Sirena l'avrebbe vista veramente. Ad esempio nel 1403 ne fu catturata una nello Zuider Zee, in Olanda, e poi portata ad Harleem. Poichè era nuda, si lasciò vestire, imparò a mangiare e pian piano si integrò nella società, e lì visse fino a tarda età. Ma non parlò mai.
In Portogallo, ad esempio, è documentata la dispita tra la Corona e il Gran Maestro dell'ordine di San Giacomo in merito al diritto di proprietà sulle Sirene abbandonate dal mare sulle spiagge del Gran Maestro. La lite si concluse a favore del Re: " Sia sancito ce le Sirene e gli altri mostri marini che saranno gettati dalle onde sulle spiagge del Gran Maestro entrino a far parte della proprietà del Re".
Nel 1910 anche il famoso capitano John Smith ne avvistò una non lontano dal porto di Sanit John. Egli la descrisse come un essere dall'aspetto seducente, il viso di una splendida fanciulla, i capelli dai riflessi azzurri. Il resto del racconto si trova nella "Historia Antipodum" di Gottfried.
Anche dalle opere di Gessner, Rondeletius, Scaliger e di tanta altra brava gente, risulta evidente che, al tempo loro, le Sirene erano abbastanza comuni.

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La nascita delle sirene
L' origine delle sirene è antichissima, il loro nome deriva dal greco antico Seirenes ( da seirà, laccio, oppure da seirios , bruciante ) Ercole staccò il corno ad Acheloo, un dio con corna e con coda di serpente, dalla ferita caddero dodici gocce, si suppone sei, e da quelle gocce vennero fuori le prime sirene : (nomi delle sirene) Aglaofeme, Aglaope, Leucosia, Ligea, Molpe, Partenope, Pisinoe, Raidne, Teles, Telesepeia, Telsiope. Quando naquero non erano donne-pesce, ma donne-ucello. I greci le descrivevano come immensi uccelli con testa di donna. Ma è solo nel Medioevo (più o meno nell'ottavo anno dopo cristo) che il Liber Monstruorum o il libro dei mostri parla delle sirene come donne-pesce.

Alcune sirene nelle leggende
Intorno all'isola di Man vivono le Ben Varrey, sirene particolarmente amabili. Numerosi sono anche i tritoni chiamati Dooiney Varrey. Nei mari della Scozia si incontra Ceasg, sirena dalla coda da salmone che, se catturata, in cambio della libertà esaudisce 3 desideri. Le gelide acque della Norvegia e della Svezia ospitano la Havfrue e l'Havmand, la sirena e il tritone della Scandinavia. Mentre il tritone è gentile con gli umani, la sirena è incostante e dispettosa, la sua apparizzione indica tempesta o pesca misera, spesso le navi antiche avevano sulla prua una polena (figura di legno scolpita) a forma di sirena, come se gli uomini di mare volessero scongiurare l'ostilità di sirene come la Havfrue, attraverso questo singolare omaggio. In Brasile si venera una sirena di nome Iemanjà, che è una Orixa, spiriti divini di origine africana ai quali si fanno offerte propiziatrici. La festa di Iemanjà, protettrice del mare e dei pesci, si celebra il 2 febbraio. Anche in Australia hanno le loro sirene: Likanaya e Marrayka, vissute al Tempo del Sogno, che un giorno entrarono in acqua e videro la parte inferiore del loro corpo diventare una coda argentea. La più curiosa fra tutte le sirene è quella che abita nei pressi dell'isola di Giava, si chiama Njai Blorong, lei promette immensi tesori e straordinari gioielli agli uomini che diventano per un po' i "mattoni" viventi del suo castello sottomarino. Inoltre vi è anche una vecchia canzone napoletana a cui è legata una storia: 'A SIRENA': Si passe scanzate, ca c'è pericolo: ce sta na' femmena che 'nganna l'uommene s'e chiamma e all'ultemo e fa murì. Traduzione: LA SIRENA - Se passi scansati che c'è un pericolo: c'è una donna che inganna gli uomini. Prima li chiama a sè e poi li fa morire.

OREJONA - Orejona è una sirena con caratteristiche anfibie: ha gambe da donna, ma mani palmate e branchie, Orejona è una sirena aliena, è scesa da una navicella d'oro e poi sbarcata nel lago di Titicaca. Nelle grotte marine, spesso abitano delle sirene bellissime come lei ma altrettanto crudeli e spietate, infatti amano cibarsi di carne umana e tappezzano la loro grotta di teschi in cui sono rinchiuse le anime dei marinai affogati.

LE NINGYO - Le Ningyo sono sirene del giappone, molto timide e innocue. In Tailandia vive la Duyugun sirena dai lunghi capelli, esse non sono attraenti e la prima di loro si dice che fosse una bambina molto disubbidiente trasformata dagli spiriti in sirena. Nel delta del fiume Niger, in Nigeria, vive Mami Wata una sirena che dà poteri magici a chi la vede.

La sirena di Procida, Le Merrows e altre sirene nelle leggende
A un Vecchio pescatore gli era stato detto di non andare mai nell'isola di Procida, si diceva che fosse abitata da una sirena bellissima ma malvagia. Esso però sottovalutava il pericolo perchè nella sua vita si era innamorato solo una volta, quando era un fanciullo. Però il poverino, nei pressi dell'isola fatale, scopre che la sirena è propio la ragazza di cui era innamorato da fanciullo, e non fa neanche per dirle "amore sei bellissima", che subito la sirena lo catturò.

Lungo le coste dell'Irlanda si incontrano le Merrows (donna del mare) hanno dita palmate e i loro tritoni si chiamano Morduach, essi oltre alla coda hanno il naso rosso, gli occhi porcini e la pelle e i denti verdi e quando escono dall'acqua si tramutano in una mucca senza corna e possono ritornarvi grazie ad un cappello a tricorno. Nelle acque del Galles nuotano le bruttissime Morforwyn, sirene con la bocca larga, senza naso, senza orecchie, con braccia corte e mani palmate, vengono considerate la personificazione delle onde in tempesta. Una sirena piuttosto brutta, è Margyr. Vive nel mare d'Islanda, ha il doppio mento, una bocca larga e delle folte sopracciglia e la sua presenza significa tempesta. Sotto il faro di Messina da millenni abita una sirena che si fa vedere da poche persone e appunto per questo di lei si sa poco. Di fronte a Lecce, dovrebbe esserci il castello sottomarino della regina delle sirene, il cui immenso giardino è coltivato dai marinai annegati. In Guyana, la dea delle acque è una sirena di nome Amana che può assumere qualsiasi forma, ed è lei che ha insegnato la magia ai primi maghi e alle prime streghe. Sempre nei mari della Guyana abita Orehu, una sirena che cerca di far annegare i bagnanti o perfino di far scontrare contro gli scogli intere canoe, anche se crudele, è stata Orehu a dare all'uomo i frutti commestibili. COME GLI ANTICHI DESCRIVEVANO LE DONNE-PESCE: Gli antichi nordici dicevano che appena fuori dall'acqua, le sirene potevano diventare donne, ma appena ritornavano in acqua, ridiventavano sirene, come nel film: "Splash! una sirena a Manattan". Hanno dei capelli lunghissimi e di colori strani, per farli confondere con le alghe. Dai capelli escono brillanti, gemme, perle e pietre preziose. Tutte le sirene hanno denti umani, ma dietro di quelli hanno pure una o due file di denti aguzzi e sottili che usano per intrappolare e masticare i pesci e per tritare le alghe, ma per certe di loro, servono pure per poter masticare carne di marinai. Hanno mani con unghie e dita palmate. E' inutile dire che le sirene portino reggiseni o vestiti, anche se spesso vengono immaginate così, perchè in acqua vanno di impiccio, però amano abbellirsi con alghe o conchiglie.

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SANTA SIRENA ( del piccolo popolo )
Molto tempo fa, una ragazza rimase incagliata tra gli scogli. Quando infine arrivò l'alta marea annegò e diventò Sirena.
Un giorno venne pescata da un mago crudele che le chiese: "vuoi morire ora e diventare santa o vivere in eterno?" la Sirena rispose che preferiva morire. E' per questo che in molte chiese è rappresentata la Sirena.

Rapporti tra uomini e sirene
I rapporti tra uomini e sirene sono tra i più difficili, dato che alcune sirene si nutrono di loro ( non tutte ).
Le sirene diventate donne ridono ai funerali e piangono alle feste.
Se un uomo sposa una sirena questa può trasformarsi in donna, tuttavia l'uomo non deve mai dimenticare che in fondo in fondo lei rimarrà sempre una sirena e se non la vuole perdere deve amarla con tutto il cuore, tanto da resistere alla tentazione di rimproverarla quando a volte in lei riaffiora la natura libera e selvaggia propria della sua specie: la Sirena al terzo rimprovero del marito immancabilmente ritorna nel mare.

I FIGLI:
I figli delle sirene e di un uomo hanno piedi e mani palmate e nuotano come pesci.

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La fiaba del pescatore la ragazza che divenne sirena
Sulla costa della nostra penisola vivevano una coppia di giovani amanti: Rosa e Giuseppe. Giuseppe un giorno non ritornò da pesca e perciò Rosa era molto preoccupata, dunque uscì a cercarlo ma scivolò e cadde in mare. Ad un tratto sentì delle voci strane, delle sirene nuotarono verso di lei e la tramutarono in sirena, fecero così per gelosia, infatti si erano invaghite del pescatore il quale pur essendo naturalmente molto incuriosito dal loro aspetto ed anche affascinato dal loro canto e dalle storie meravigliose che gli raccontavano non poteva certo amarle, poiché ai suoi occhi nessuna né umana né sirena era meravigliosa come Rosa. La sua amata Rosa così trasformata in sirena si sentiva triste e infelice, sentiva tanto la mancanza di Giuseppe, inoltre il suo nuovo corpo non le piaceva affatto e se ne vergognava molto, essere diventata per metà animale non le piaceva proprio anche perchè dentro di sé si sentiva sempre umana; per questo le altre sirene non smettevano mai di prenderla in giro facendola vergognare ancora di più. L'unica cosa che apprezzava del suo stato era la sua nuova voce, persino più incantevole di quella delle altre sirene per la sua delicata dolcezza; proprio a causa della sua bellissima voce le sirene presero però anche a invidiarla e un giorno che Rosa cantò la sua più bella canzone loro le fecero un'altra magia: ogni volta che avesse ancora cantato sarebbe diventata un pò più animale e un pò meno umana e se avesse continuato a cantare abbastanza a lungo alla fine avrebbe finito per trasformarsi in un grande pesce verde. Rosa però non riusciva a rinunciare a quella che era ormai la sua unica consolazione; quando sarò diventata un pesce non potrò più pensare, si diceva, così non mi sentirò più infelice. Dunque continuò a cantare e ogni volta che lo faceva la trasformazione del suo corpo in quello di un pesce procedeva un pochino. Un giorno mentre cantava, ormai più pesce che umana ma ancora dotata di ragione perchè la trasformazione non le aveva ancora toccato la testa, Rosa vide Giuseppe in barca carico di gioielli, un tesoro che aveva trovato in un isola deserta e che stava per regalare ad una nave mercantile poichè avendo perso la sua Rosa nulla più lo interessava. Allora lei si avvicinò e gli disse : "amore, se darai quei gioielli alle sirene, mi lasceranno venire con te!!" Giuseppe diede i gioielli alle sirene che in cambio gli restituirono Rosa facendola ritornare la bella ragazza di prima.
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Rahab Yanacae
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MessaggioTitolo: Re: Sirene   Sirene Icon_minitimeLun Mar 17, 2008 11:10 pm

Oh che meraviglioso topic, grazie Lie...Ma le mitiche Scilla e Cariddi dove le mettiamo? Rolling Eyes

Forse non me ne sono accorto io ma c'è scritto nel topic?
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MessaggioTitolo: Re: Sirene   Sirene Icon_minitimeMar Mar 18, 2008 4:04 pm

Scilla e Cariddi, entrambe due spaventosi mostri marini, erano quindi l'una vicino all'altra a formare quello che le genti moderne chiamano "Lo Stretto di Messina" e mentre Cariddi ingoiava e rigettava tre volte al giorno l'acqua del mare creando dei giganteschi vortici, Scilla attentava alla vita dei naviganti con le sue orrende fauci.

Sirene Caridd10Sirene Scilla10

Scilla e Cariddi
Narrano gli antichi che presso l'attuale città di Reggio Calabria, un tempo vivesse la bellissima ninfa Scilla figlia di Tifone ed Echidina (o secondo altri di Forco e di Craetis).
Scilla era solita recarsi sugli scogli di Zancle, per passeggiare a piedi nudi sulla spiaggia e fare il bagno nelle acque limpide del mar Tirreno. Una sera, mentre era sdraiata sulla sabbia, sentì un rumore provenire dal mare e notò un'onda dirigersi verso di lei. Impietrita dalla paura, vide apparire dai flutti un essere metà uomo e metà pesce dal corpo azzurro con il volto incorniciato da una folta barba verde ed i capelli, lunghi sino alle spalle, erano pieni di frammenti di alghe. Era un dio marino che un tempo era stato un pescatore di nome Glauco che un prodigio aveva trasformato in un essere di natura divina.
Scilla, terrorizzata alla sua vista, si rifugiò sulla vetta di un monte che sorgeva vicino alla spiaggia. Il dio marino, vista la reazione della ninfa, iniziò ad urlarle il suo amore e a raccontarle la sua drammatica storia.
Era un tempo Glauco un pescatore e trascorreva le sue lunghe giornate solitarie a pescare. Un giorno, dopo una pesca più fortunata del solito, aveva disteso le reti ad asciugare su un prato adiacente alla spiaggia, ed aveva allineato i pesci sull'erba per contarli quando ad un tratto i pesci cominciarono ad agitarsi in modo strano.
Presero vigore, si allinearono in branco come fossero in acqua e saltellando, fecero ritorno in mare. Glauco, esterrefatto da tale prodigio, non sapeva se pensare ad un miracolo o ad uno strano capriccio di un dio. Scartando però l'ipotesi che un dio potesse perdere tempo con un umile pescatore, pensò che lo strano fatto dipendesse dall'erba e provò ad ingoiarne qualche filo. Come l'ebbe mangiato, sentì un nuovo essere nascere dentro di lui che combatteva la sua natura umana fino trasformarlo in un essere acquatico attratto irresistibilmente dall'acqua.
Gli dei del mare lo accolsero benevolmente tanto che pregarono Oceano e Teti di liberarlo delle ultime sembianze di natura umana e terrena e di renderlo un essere divino. Accolta la loro preghiera, Glauco fu trasformato in un dio e dalla vita in giù fu mutato in un pesce.
Scilla, dopo aver ascoltato il racconto di Glauco, noncurante del suo dolore, andò via lasciandolo solo e disperato. Allora Glauco pensò di recarsi all'isola di Eea dove sorgeva il palazzo della maga Circe sperando che potesse fare un sortilegio per far innamorare Scilla di lui. Circe, dopo che Glauco ebbe raccontato il suo amore lo ammonì duramente, ricordandogli che era un dio e pertanto non aveva bisogno di implorare una donna mortale per farsi amare e per dimostrargli quanto lui si sbagliasse a considerarsi sfortunato, gli propose di unirsi a lei.
Ma Glauco si rifiutò di tradire il suo amore per Scilla e lo fece in modo così appassionato che Circe, furiosa per essere stata rifiutata a causa di una mortale, decise di vendicarsi.
Non appena Glauco se ne fu andato, preparò un filtro e si recò presso la spiaggia di Zancle, dove Scilla era solita recarsi. Versò il filtro in mare e soddisfatta, ritornò alla sua dimora. Quando Scilla arrivò, accaldata dalla grande afa della giornata, decise di immergersi nelle acque limpide. Ma, dopo essersi bagnata, vide sorgere intorno a se mostruose teste di cani rabbiosi e ringhianti. Spaventata cercò di scacciarli ma fuggendo nell'acqua si accorse che quei musi erano attaccati alle sue gambe con un collo serpentino che si agitava fremente. Si rese allora conto che sino alle anche era ancora una ninfa ma dalle anche in giù spuntavano sei musi feroci, ognuno orlato di tre file di denti.
Fu tale l'orrore che Scilla ebbe di se stessa che si gettò in mare e prese dimora nella cavità di uno scoglio vicino alla grotta dove abitava Cariddi. Era questa figlia di Forco (o di Poseidone) e di Gea e per avere rubato ad Eracle i buoi di Gerione Zeus la fulminò e la tramutò in un terribile mostro marino (alcuni autori narrano invece che fu uccisa da Eracle stesso, ma fu poi resuscitata da suo padre Forco). Era destinata a ingoiare e rigettare tre volte al giorno l'acqua del mare.
Pianse Glauco la sorte toccata a Scilla e per sempre rimase innamorato dell'immagine di grazia e dolcezza che la ninfa un tempo rappresentava.

Sirene Johann10

Ecco come Ovidio (Metamorfosi, XIII, 924 e sgg) narra l'episodio:
"Era un bel prato lì presso la spiaggia, cui parte copriva
L'onda del mare, cingevano parte le tenere erbette,
Che le giovenche cornute non morsero lè quiete
Pecore mai non brucarono nè mai l'irsute caprette.
...Per primo
Sopra quel cespo sedetti seccando le madide nasse;
E, per contarli, sul prato disposi con ordine i pesci
(...)
Tutti quei pesci cominciarono a muoversi al tocco dell'erba,
Guizzano e saltano in terra così come fossero in mare.
Mentre mi indugio e stupisco, lo stuolo di tutti quei pesci
Gittasi dentro nell'onde native e me lascia e la spiaggia.
(...)
Mi meraviglio, rimango perplesso, ne cerco la causa,
se qualche nume abbia fatto il miracolo o il succo dell'erba.
Ma qual'è l'erba così portentosa? Ne velsi un pugnetto
Con una mano e la morsi coi denti. Ma come la gola
Ebbe inghiottito l'incognito succo, sentii trepidarmi
Tosto i precordi e nel petto l'amore di un altro elemento.
Poco potei rimanere sul lido e sclamai: - Vale, terra,
Dove non ritornerò! - e m'immersi col corpo nell'onde.
Gli dei marini degnarsi d'accogliermi come compagno;
Pregar l'Oceano e Teti di tormi la parte mortale.
(...)
Quando rinvenni trovai che del tutto non ero più quello
c'ero già stato pel corpo e che l'animo aveno diverso.
Di verde cupo mi vidi la barba allor tinta la prima
Volta ed i lunghi capelli che strascico sul vasto mare;
Vidi le braccia cerulee e gli omeri fatti stragrandi
E, come cosa di pesce, ricurve le gambe all'estremo."




La leggenda di Scilla e Cariddi è riportata perfino in questo discusso sonetto del Petrarca, a tesimonianza della magia dello Stretto di Messina, che da sempre ha ispirato e continua ad ispirare artisti di ogni genere...
Passa la nave mia colma d'oblio
per aspro mare, a mezza notte il verno,
enfra Scilla e Caribdi; et al governo
siede il signore, anzi ‘l nimico mio;

a ciascun remo un penser pronto e rio
che la tempesta e ‘l fin par ch’abbi a scherno;
la vela rompe un vento umido, eterno
di sospir, di speranze e di desio;

pioggia di lagrimar, nebbia di sdegni
bagna e rallenta le già stanche sarte
che son d’error con ignoranzia attorto.

Celansi i duo mei dolci usati segni;
morta fra l’onde è la ragione e l’arte,
tal ch’i ‘ncomincio a desperar del porto.

Francesco Petrarca, Canzoniere, 189
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MessaggioTitolo: Re: Sirene   Sirene Icon_minitimeSab Mag 10, 2008 3:43 pm

Grazie Lie stupendo topic grazie ancora
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Lie

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MessaggioTitolo: Re: Sirene   Sirene Icon_minitimeDom Mag 11, 2008 12:42 pm

^^ prego
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